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Un Micobatterio umano associato ai fenomeni di mortalità di massa del bivalve Pinna nobilis descritto in diversi paesi del Mediterraneo

Un Micobatterio umano associato ai fenomeni di mortalità di massa del bivalve Pinna nobilis descritto in diversi paesi del Mediterraneo

Di In Highlight Il 22 Maggio 2020


Un nuovo studio pubblicato su Nature Scientific Report and su Frontiers in Marine Science risultato di una ricerca del gruppo di Patologia degli animali marini guidato dalla Prof Carella e dal Prof. Gionata De Vico rivela nuovi dati rispetto ai molteplici  eventi di mortalità di massa del bivalve Pinna nobilis. Il bivalve Pinna nobilis è specie endemica dei nostri mari e il più grande mollusco del Mar Mediterraneo che rischia oggi l’estinzione. I primi casi sono stati riportati su centinaia di chilometri della costa occidentale della Spagna, ma sono ormai quotidiane le segnalazioni in tutto il Mediterraneo compresa Italia, Grecia e Francia. A partire dal 2007, la mortalità è stata documentata lungo le coste campane, con la scomparsa di gran parte delle popolazioni un tempo presenti. Fino ad oggi i ricercatori attribuivano questi eventi ad un parassita di natura protozoaria, battezzato con il nome di Hapolosporidium pinnae, tuttavia in molti casi la mortalità si verifica anche in assenza del parassita e in presenza del micobatterio Mycobacterium sherrisii che determina lesioni infiammatorie sistemiche nel mollusco che ne compromettono la sopravvivenza. Il batterio è un patogeno opportunista già noto in medicina umana e veterinaria, perché responsabile di malattie che colpiscono soggetti immunodepressi, come l’uomo in corso di AIDS, ma casi sono stati segnalati anche in mammiferi selvatici.

Ormai la sua presenza viene riportata praticamente in tutta l’Italia (reports in Campania, Sicilia, Sardegna, Toscana, Puglia, Abruzzo, Veneto) in Croazia, Spagna e Grecia.

In che modo tale batterio abbia raggiunto le popolazioni di Pinna nobilis rimane ancora oggetto di studio, tuttavia non è la prima volta che agenti patogeni di origine terrestre determinano malattie gravi in organismi acquatici: basti ricordare episodi di mortalità di massa dei coralli dovuti a batteri fecali animali e umani che recentemente hanno devastato i banchi corallini dei mari caraibici. Un ruolo importante potrebbero anche giocare i cambiamenti climatici e l’inquinamento, che con il surriscaldamento delle acque e l’apporto trofico, possono favorire sia la moltiplicazione batterica che una riduzione della capacità immunitaria del bivalve.

 

Leggi l’articolo su Nature Scientific Report

link https://www.nature.com/articles/s41598-018-37217-y

Vincitore del Top 100 Downloaded articles in Microbiology per gli articoli pubblicati nel 2019 da Nature Research (2, 069 download).

 

Leggi l’articolo su Frontiers in Marine Science

https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmars.2020.00048/full

 

 

 


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